Quasi tutti i medici della Serie A sono contrari a ripartire il 4 maggio. Diverse le perplessità sul protocollo: dai tamponi all’utilità del ritiro
Ad una settimana dal 4 maggio emerge il parere contrario di quasi tutti i medici dei club di Serie A. Diciassette su venti, esclusi quelli di Juventus, Lazio e Genoa, hanno firmato e inviato una lettera lunga 20 pagine alla commissione medica della Figc. Nel documento ogni squadra elenca una serie di perplessità in merito alla ripresa a inizio maggio.
I dubbi maggiori riguardano le conseguenze penali in caso di nuove positività: i medici temono, infatti, che le responsabilità penali possano cadere su di loro e sui club. Il Brescia parla di “protocollo non sufficiente a garantire la sicurezza”, mentre Napoli e Sampdoria scrivono che non si può riprendere il 4 maggio.
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Le perplessità, poi, sono legate alla possibilità di reperire i tamponi e all’utilità del ritiro, soprattutto per quanto riguarda chi è già stato infettato. C’è poi il pericolo delle trasferte, soprattutto quelle in Lombardia, la regione più colpita dal Covid.
Le osservazioni contenute in questa lettera, fatta recapitare il 19 aprile alla commissione medica, sono già state discusse nel vertice con il Ministro. Inizialmente avevano fatto pensare a un’opposizione dei medici alla ripresa del campionato. In realtà, come precisato all’Ansa, i medici non sono contrari alla ripartenza, ma hanno dubbi sulle tempistiche: “Siamo tutti favorevoli affinché il torneo finisca. Il problema è quando, perché va fatto in sicurezza. Siamo convinti che questa sicurezza si possa raggiungere, la variabile è il tempo”.