La Serie A è sempre più in pericolo: o si riprende a maggio o si annulla tutto. Questione stipendi: ipotesi sconto proporzionale
Con l’avanzare dell’emergenza prende sempre più corpo l’ipotesi che la Serie A possa saltare definitivamente. Il momento clou sarà Pasqua: se entro quella data l’emergenza sarà migliorata si potrà tornare in campo. Due settimane per allenarsi e rientro il 9 maggio o il 16.
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Se, però, i tempi dovessero allungarsi ecco che salterebbe tutto. Riprendere la Serie A oltre maggio sarebbe impossibile a causa dei calendari troppo fitti che andrebbero a influire anche sulla stagione successiva. Se tutto saltasse la possibilità più verosimile sarebbe quella di congelare la classifica, assegnando solo i posti Uefa e promuovendo due squadre dalla Serie B. Avremmo, quindi, una Serie A 2020/21 a 22 squadre, da ridurre a venti l’anno successivo.
Dalla sospensione del campionato dipende anche la questione del taglio degli stipendi. Dal documento della Lega consegnato a governo, Uefa e Figc emerge anche chiaramente l’obiettivo di contenere il più possibile il danno economico dovuto a questa emergenza sanitaria.Le idee sul da farsi sono due e dipendono dal ritorno o meno in campo.
La prima opzione è quella di sospendere i pagamenti dei mesi in cui i calciatori non si sono né allenati né sono scesi in campo, l’altra è quella di tagliare in modo proporzionale. Ovvero decurtare lo stipendio in base al guadagno fino al 30% del totale dello stipendio.