Non c’è solo Fali Ramadani nel mirino della Guardia di Finanza e della Procura di Milano: al vaglio degli inquirenti anche la posizione di Pietro Chiodi. Nomi di spicco tra i calciatori della Serie A. Tanti i club ad aver pagato le “super commissioni”
Non si placa il caos legato alle super intermediazioni di alcuni procuratori per il trasferimento dei giocatori nelle differenti sessioni di calciomercato. Nel mirino degli inquirenti non solo Abdilgafar “Fali” Ramadani, agente tra gli altri dei due blucerchiati Wladimiro Falcone e Omar Colley, nei giorni scorsi intercettato dalla Guardia di Finanza durante un soggiorno in Italia.
Tra i colleghi italiani il più coinvolto sembra essere Pietro Chiodi, collaboratore per il mercato italiano dell’agente macedone, che – nell’inchiesta della Procura di Milano – risulta indagato nella stessa inchiesta ma con la sola accusa di riciclaggio come riportato da Alfredo Faiera e Pippo Russo nella loro inchiesta pubblicata sul quotidiano Domani.
Serie A, nuova perquisizione per Ramadani in Italia: continua l’inchiesta sul super procuratore
Serie A, non solo Ramadani nel mirino degli inquirenti. La situazione
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Sono al lavoro gli inquirenti sul materiale informatico sequestrato al super-agente dei calciatori Fali Ramadani nella speranza di trovare qualche indizio utile per le indagini. Continuano anche i contatti con le autorità spagnole – con il procuratore indagato anche nella penisola iberica – con uno scambio di documenti che potrebbero aiutare entrambe le inchieste.
Tra le società coinvolte, quelle che hanno pagato la super commissione al macedone, Cagliari, Hellas Verona, Inter, Juventus, Milan e Napoli. Tanti i nomi dei calciatori al centro delle trattative tra cui spiccano quelli di Chiesa, Handanovic, Piani e Rebic solo per citarne alcuni.
Intanto Pietro Chiodi, come riportato nell’inchiesta di Domani, avrebbe affidato la sua difesa ad una memoria in cui prova a fare luce su tutti i trasferimenti ritenuti sospetti. Tre i livelli analizzati: fiscale, finanziario e tributario per dimostrare di non aver ricevuto illeciti monetari proprio da Fali Ramadani.