La ripresa della Serie A potrebbe avvenire senza l’abolizione della quarantena di squadra: la palla ora è in mano a Spadafora che deve cambiare la legge
Sulla strada che porta verso l’eliminazione della quarantena di squadra è nato un nuovo intoppo. Il comitato tecnico-scientifico del governo, che aveva dato l’ok per l’isolamento solo degli eventuali contagiati, ha mandato un verbale al governo che può cambiare le cose. Se da un lato, infatti, c’è il via libera da un punto di vista medico, dall’altro è stata chiarita la necessità di cambiare la legge.
Il protocollo per la Serie A al momento è “non compatibile” con la legge del 16 maggio che regola l’isolamento da Covid. Figc e Lega, inizialmente, avevano ottenuto l’ok sia dal Cts che dal Ministero della Salute. A frenare tutto è stato Vincenzo Spadafora, che, con le sue parole, ha posto dei dubbi sulla quarantena per la Serie A.
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A “Porta a Porta” il Ministro dello Sport, infatti, ha dichiarato che: “Bisogna cambiare la norma dei 14 giorni. O si fa un emendamento oppure bisogna cambiarla nel prossimo decreto legge. Cercheremo di fare il prima possibile, ma in entrambi i casi non credo possa essere efficace dal 20 giugno”.
La palla quindi è in mano al Governo che deve stringere i tempi per consentire l’attuazione del protocollo modificato entro il 20 giugno, data di Torino-Parma e Verona-Cagliari. La quarantena soft non è in discussione, ma cosa succederà in caso di nuovo positivo senza il nuovo protocollo?