Nel pieno dell’emergenza Coronavirus, la Serie A potrebbe avere delle corsie preferenziali nell’avere test ematici e tamponi
La Serie A ormai è decisa: vuole ripartire e vuole farlo il prima possibile. Ovvero il 4 maggio, con gli allenamenti e, un mese dopo con le partite. Per farlo c’è il rischio che il mondo del calcio possa avere dei privilegi rispetto ai cittadini a rischio e al personale sanitario.
I test ematici obbligatori per calciatori e staff non sono ancora stati validati dalle autorità sanitarie e non lo saranno prima del 29 aprile. Saranno, poi, disponibili dal 3 maggio. La Serie A, però, per ripartire dal 4 maggio, dovrà sottoporre il gruppo in ritiro ad almeno 1400 test già 48 ore prima. Il problema maggiore, però, è quello dei tamponi, che dovranno essere frequenti per garantire la sicurezza nei ritiri.
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C’è da chiedersi, infatti, se sia giusto che vengano destinati al mondo del calcio migliaia di tamponi quando mancano per i comuni cittadini e per il personale sanitario. A ciò si aggiunge il problema per i giocatori all’estero, che, una volta rientrati, potrebbero sottoporsi subito al doppio tampone per evitare la quarantena di 14 giorni. Per quanto riguarda i test ematici, invece, la Serie A potrà comprarli non appena disponibili.
Per riprendere in tempo, quindi, la Serie A potrebbe avere delle vie preferenziali per lo svolgimento di test ematici e tamponi. In tempo di emergenza un comportamento che lascia più di qualche interrogativo…