C’è un’immagine di Italia-Polonia che ha rubato il cuore dei tifosi, della Sampdoria e non solo: Vialli che si piega e stampa un bacio a un pallone che rotola fuori
Nella bella e convincete vittoria della nazionale a Reggio Emilia contro la Polonia c’è un’immagine che rimane impressa, vivida nella mente di chi ha visto la partita. E non è dei goal di Jorginho o Berardi – non male il suo – ma è quella di Gianluca Vialli che, in panchina al fianco di Chico Evani, raccoglie un pallone che esce, si piega e lo bacia.
In quell’immagine furtiva, in quel bacio rubato all’amore di sempre, quel pallone calciato in rete in ogni modo, ci sono raccolti almeno tre Vialli. C’è il bambino che si è fatto uomo, ha vinto praticamente tutto, ma che non può resistere al richiamo del pallone. Poi c’è il calciatore consumato, quello che sa che, anche dopo più di un’ora di dominio, c’è il rischio di prendere goal.
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Infine c’è l’amico di Roberto Mancini. Loro due, amici per la pelle, fratelli e gemelli del goal, insieme anche in nazionale. Per volere di Roberto, che lo ha scelto come capo-delegazione. Senza Mancini in panchina, Vialli ha assunto, insieme a Evani, il ruolo di guida e non poteva certo deludere suo fratello. Cosa che non ha fatto, perché la sua voce si è sentita anche in televisione.
Il giorno dopo, poi, c’è stato un grande momento di Sampdoria al Centro Oncologico ed Ematologico di Reggio Emilia. Vialli si è presentato in qualità di capo-delegazione insieme al Presidente Gravina. Lì è stato accolto dal capo del reparto, bardato con una sciarpa della Sampdoria. Perché se un blucerchiato vede Vialli non può che pensare a cosa è stato, a inizio degli anni novanta, fare il tifo per quella squadra.