Massimo Ferrero si racconta al programma “Belve” su Rai Due: l’ex presidente della Sampdoria afferma anche di non sentirsi in colpa
Massimo Ferrero ha parlato ancora una volta. L’ex presidente e attuale proprietario della Sampdoria si è raccontato in una lunga intervista al programma “Belve” su Rai Due, condotto da Francesca Fagnani. Il racconto si incentra anche sul rapporto con i tifosi:
Non sono stato capito. A Marassi mi insultano perché ho detto che il loro inno non era bello, era bello invece quello della Roma, e i tifosi hanno cominciato a insultarmi e io non ho detto scusate tanto. Ma non me ne è fregato un cavolo, perché i tifosi si sentono padroni delle società, venissero a lavorare
Il viperetta si difende dalle accuse di chi afferma che la Sampdoria gli sia stata regalata. Il suo è stato un “leveraged buy out”, una pratica che consiste nell’acquisto di una società con denaro preso in prestito dalle banche:
La Sampdoria non me l’hanno regalata perché nessuno regala niente. Ho letto un leveraged buy out. Piena di debiti? No, aveva tanti giocatori, era un po’ da rimettere a posto. Io che volevo? Sono sempre stato ambizioso, di un’ambizione sana.
Belve, Sampdoria, Ferrero: ecco cos’è successo il giorno dell’arresto
VIDEO – Belve, Ferrero: nessuno mi ha regalato la Sampdoria
LEGGI ANCHE VIDEO – Belve, Massimo Ferrero attacca i tifosi della Sampdoria: non sono i padroni…
Il 6 dicembre scorso l’arresto che, come affermato da Ferrero, gli ha cambiato la vita, anche se l’ex presidente della Sampdoria continua a credere nella giustizia:
L’arresto mi ha devastato, mi ha cambiato la vita a 70 anni, ma credo nella giustizia e la verità verrà a galla. Non me l’aspettavo. Mi è iniziato a uscire il sangue dal naso, è una cosa che non auguro a nessuno. Pensavo di essere a Scherzi a Parte. Interrogatorio con maglia della Samp? No, dicono un sacco di cazzate.
Nei prossimi programmi di Ferrero c’è anche un libro:
Il popolo che lavora mi ama perché sono uno di loro. Sono presidente a vita, i ragazzi mi cantano ancora “C’è solo un presidente”. Me lo cantavano anche in carcere. Nessuno poteva capire perché stavo là. La sera scrivevo. Sto scrivendo un libro.
Infine un passaggio anche sulla figlia Vanessa e il nipote Giorgio, anche loro coinvolti negli arresti dello scorso 6 dicembre:
In colpa per mia figlia? Ma in colpa di cosa? Uno si sente in colpa se ha fatto qualcosa, se non ha fatto niente in colpa di cosa?